Sistema europeo delle cure: vantaggi e limiti

Riportiamo dell’Osservatorio Malattie Rare del 7 aprile 2014:

Da sabato 5 aprile il Servizio sanitario nazionale è entrato a far parte a tutti gli effetti del sistema europeo delle cure. Sarà quindi ora possibile per gli italiani curarsi in altri paesi dell’Unione Europea, come previsto dalla Direttiva 2011/24. Il Decreto Legislativo n.38 del 4 marzo 2014 prevede infatti il rimborso delle prestazioni ricevute oltrefrontiera, ma solo se previste nei Livelli essenziali di assistenza.

Le prestazioni saranno dunque rimborsabili se rientrano nei LEA e salvo deroghe regionali. Le tariffe alle quali fare riferimento sono quelle regionali e la copertura non supererà supererà il costo effettivo dell’assistenza sanitaria ricevuta. Le Regioni, in ogni caso, possono sempre decidere di rimborsare agli assicurati in Italia altre spese, come viaggio, alloggio e altro, per i disabili. Dalla normativa restano esclusi i servizi di cure a lungo termine, i trapianti d’organo e i programmi pubblici di vaccinazione.

Saranno le ASL a dover rilasciare l’autorizzazione preventiva all’erogazione del rimborso dei costi, disciplinando le relative procedure in un’ottica di massima semplificazione e contiene anche una norma finale che attribuisce alle regioni il compito di effettuare un costante monitoraggio degli effetti connessi alle disposizioni del decreto, comunicando al Ministero della salute e al Ministero dell’economia e le finanze, con la massima tempestività, eventuali criticità tali da giustificare l’adozione delle misure limitative.

Il Decreto prevede l’istituzione di un Punto di contatto nazionale presso il Ministero della salute. Qui convergeranno le informazioni sui centri che erogano le cure, sui diritti dei pazienti, sulle procedure di denuncia e sui meccanismi di tutela, sulle condizioni e i termini del rimborso e le informazioni da includere nelle ricette mediche. Il portale sarà realizzato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.

Il punto di contatto nazionale dovrà anche promuovere la creazione delle reti di riferimento europee (Ern) che dovrebbero garantire una serie di vantaggi tra i quali: una rete informativa comune che permetta lo scambio di competenze e risultati raggiunti, uno stimolo alla formazione e alla ricerca; la promozione di economie di scala attraverso la specializzazione dei servizi, l’accelerazione su temi come le malattie rare, trattate oggi in modo ancora disomogeneo da un Paese all’altro.

Il ministero della Salute ha redatto un documento con le risposte alle domande più frequenti sul tema, disponibile a questo link.

Secondo Cittadinanzattiva di fatto si tratterà di “un sistema per ricchi”. In generale, infatti, “Il sistema delineato sembra essere peggiorativo rispetto a quello già in vigore in Italia (che peraltro non sarà superato dalla Direttiva stessa), poco attento ai diritti delle persone con disabilità e fonte di ulteriori differenze tra i cittadini residenti nelle diverse Regioni italiane”.

Una nota indirizzata al Ministro Lorenzin individua le principali criticità del Decreto Legislativo:

  • viene previsto che i cittadini anticipino i costi dell’assistenza e che l’eventuale differenza tra la tariffa italiana e quella del paese europeo sia a carico sempre dei cittadini. Ciò in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando potrà essere una reale risorsa solo per poche persone, quelle con maggiori possibilità economiche o potrà rappresentare un fattore di ulteriore indebitamento;
  • le Regioni italiane più virtuose che garantiscono ai propri cittadini livelli di assistenza regionali ulteriori potranno decidere di rimborsare anche queste prestazioni (LEA aggiuntivi). E’ evidente che invece quei cittadini residenti in Regioni che non garantiscono livelli aggiuntivi di assistenza continueranno a vivere anche in Europa quelle discriminazioni che già oggi vivono sul territorio nazionale;
  • i costi sostenuti per l’assistenza ricevuta in Europa verranno rimborsati secondo le relative tariffe regionali, con il rischio che per una stessa prestazione ricevuta si possano rimborsare somme differenti da Regione a Regione con ulteriore discriminazione tra cittadini;
  • non esiste un obbligo per tutte le Regioni di rimborsare le spese di viaggio, alloggio e le spese supplementari nel caso di persone con disabilità: ciascuna Regione potrà decidere se farlo o meno, con conseguenti discriminazioni tra cittadini. Troviamo molto grave non aver sancito l’obbligo del rimborso per le spese supplementari delle persone con disabilità che necessitano dell’accompagnatore per lo spostamento, poiché in contrasto con i contenuti della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata sia dall’UE, sia dall’Italia;
  • ancora troppa burocrazia. E’ prevista una prima domanda alla ASL solo per capire se la prestazione è soggetta o meno ad autorizzazione preventiva a cui devono seguire altri passaggi burocratici;
  • mancata valorizzazione delle competenze ormai maturate delle Organizzazioni civiche e delle Associazioni di pazienti, alle quali tra l’altro non è stato assegnato alcun ruolo;
  • nessuna previsione di una campagna nazionale di informazione sui diritti sanciti dalla Direttiva europea.

La stessa nota contiene anche una serie di proposte di modifiche e integrazioni al Decreto (vedi).