Chiari, siringomielia, sport e attività fisica: che cosa abbiamo imparato dal webinar
Il webinar su “Chiari, siringomielia, sport e attività fisica” ha avviato una riflessione importante e ha risposto a tante domande. L’incontro è durato oltre tre ore, ma avrebbe potuto durare di più dato l’interesse dell’argomento e le tantissime domande arrivate.
Abbiamo quindi ipotizzato di realizzare in seguito un nuovo incontro, esclusivamente dedicato alle domande e risposte dei pazienti.
Intanto metteremo a disposizione di tutti specifici vademecum per gli istruttori sportivi.
Meno immediata sarà la possibilità di creare vere e proprie linee guida per i medici sportivi, in particolare per gli sport praticati a livello agonistico, in quanto ci sono aspetti assicurativi di cui tenere conto. Ma gli specialisti coinvolti, insieme ai loro colleghi del Consorzio Interregionale Chiari e Siringomielia, ci hanno promesso di scrivere linee guida, analogamente a quanto si sta facendo per la gravidanza.
La registrazione del webinar è online e può essere visualizzata QUI.
Un grande ringraziamento ai neurochirurghi Luca Massimi e Gianluca Piatelli per la grandissima professionalità e disponibilità; agli istruttori sportivi Gianluca Carboni e Fabiana Fusello che, con altrettanta professionalità, hanno tradotto le indicazioni teoriche in istruzioni pratiche. Un altro enorme grazie ai numerosi partecipanti per la loro attenzione e il loro contributo attivo, e in particolare ai testimoni Giorgio, Elena, Sofia e Francesca.
Ed ecco alcune delle cose che abbiamo imparato dal webinar:
♦ In base agli studi effettuati, durante la pratica sportiva, chi soffre di Chiari e/o siringomielia non ha maggiori rischi di incorrere in eventi traumatici (e nei danni conseguenti) rispetto alle persone “sane”.
Questo non vuol dire che chi soffre di Chiari e/o siringomielia sia del tutto esente da rischi: ognuno deve essere cosciente che può subire eventi avversi, ma questo non può controindicare in assoluto una attività sportiva.
Serve però una presa di coscienza e una responsabilizzazione da parte di chi decide di praticare un certo sport, così come di tutti gli interessati – medico sportivo, arbitro, ecc. In altre parole, la responsabilità della pratica sportiva di una persona non può ricadere solo sul suo neurochirurgo.
E’ normale che il medico sportivo pratichi la medicina difensiva: è rigido perché deve prevenire eventuali rivendicazioni da parte di chi pratica lo sport, vuole avere la certezza che non succeda nulla, e questo blocca tutto il sistema. E’ necessario e urgente redigere linee guida e lavorare tutti insieme per trovare delle soluzioni, dal punto di vista assicurativo e medico legale. E questo è importante soprattutto per lo sport agonistico.
♦ I pazienti non sono tutti uguali. L’attività fisica/sportiva deve essere scelta sulla base della valutazione delle caratteristiche e dei limiti di ciascuno. Ad esempio, i soggetti con malformazioni della giunzione cranio-vertebrale devono fare una maggiore attenzione, perché rischiano una instabilità. Per la valutazione delle attività fisiche e sportive adatte a ciascuno, è naturalmente importante l’aiuto dello specialista di riferimento oltre che dei preparatori sportivi.
♦ L’attività fisica fa bene a tutti, sia al paziente asintomatico che sintomatico. I benefici dell’attività fisica sono innumerevoli: riduzione dello stress, miglioramento del metabolismo, della mobilità e della postura, riduzione del dolore, miglioramento dell’umore.
Perché l’attività fisica dia questi benefici, occorre però tenere presenti due aspetti fondamentali:
- la necessità di adattare l’attività fisica/sportiva alle esigenze del paziente,
- la necessità di praticare l’attività fisica/sportiva in maniera corretta. Se non si fa in maniera corretta si rischia di farsi male. Per questo è necessario affidarsi a istruttori sportivi preparati che insegnino a praticare l’attività fisica in modo corretto e adeguato alle caratteristiche individuali della persona.
♦ Non ci sono in assoluto sport “giusti” e sport “sbagliati”: rispetto alla scelta dello sport o dell’attività fisica da praticare, ognuno deve imparare a conoscersi, a rispettare i propri limiti e adottare tutti gli accorgimenti opportuni per evitare danni. Ad esempio,
- gli sport “di contatto” non sono controindicati in assoluto (anche il calcio o il basket sono sport di contatto; più a rischio sono gli sport di collisione, come il rugby, dove si va a cercare lo scontro fisico),
- il nuoto stile libero o la bicicletta possono essere tranquillamente praticati se si adotta una postura corretta che eviti tensioni del collo all’indietro,
- anche i pesi si possono praticare se si evitano la manovra di Valsalva e i carichi assiali sul rachide cervicale.
♦ Sono da evitare per tutti:
- manovre di Valsalva,
- brusche flesso-estensioni del rachide cervicale (tuffi, capriole, salti, sobbalzi, contraccolpi) e posizioni che portano il collo in forte flesso estensione,
- le sollecitazioni ripetute alla colonna. Ad esempio, se si va una volta sulle montagne russe non succede niente, ma praticare regolarmente downhill o motocross potrebbe essere un problema, perché la sollecitazione è notevole e ripetuta nel tempo.
♦ Tutti possono fare attività fisica in tranquillità e sicurezza, con l’aiuto di preparatori specializzati. I principali obiettivi di una buona attività fisica per i pazienti di Chiari e siringomielia potrebbero essere:
- migliorare la postura (lavorare su posture antalgiche, come ipercifosi),
- fare esercizi per decontrarre collo e spalle,
- fare esercizi per migliorare la mobilità del rachide e delle articolazioni in generale,
- fare esercizi per migliorare l’equilibrio,
- fare esercizi di potenziamento muscolare.
♦ Le attività in acqua sono ideali per molti motivi: perché in acqua si pesa poco, non si cade e non ci si fa male, si può stare sdraiati o in verticale, si può modulare a piacere l’intensità degli esercizi. Oltre al nuoto si possono fare tante altre attività, muovendo i muscoli senza mettere in carico la colonna.
♦ L’attività fisica è ancora più importante per le persone in condizioni più gravi (ad esempio per chi ha la Chiari 2 o una grave siringomielia), perché l’attività fisica potrebbe essere una soluzione, scegliendo quella opportuna. Tanti pazienti rinunciano all’attività sportiva. L’associazione francese Apaiser ha fatto un’indagine da cui si è visto che il 75% dei pazienti, sintomatici e asintomatici, aveva rinunciato all’attività sportiva, solo per la paura di farsi del male. Al contrario, un’attività fisica appropriata può essere indicata per stare meglio, ed è più divertente della fisioterapia.
In breve: l’attività fisica/sportiva fa bene a tutti, a patto di praticarla responsabilmente, valutando le proprie attitudini e i propri limiti e affidandosi a istruttori/allenatori preparati.
ALCUNE DOMANDE E RISPOSTE
Mio figlio può fare calcio? basket? pallavolo?
Gli sport “di contatto” non sono controindicati in assoluto: anche il calcio o il basket sono sport di contatto, e si possono praticare; più a rischio sono gli sport di collisione, come il rugby, dove si va a cercare lo scontro fisico.
Si possono fare i colpi di testa con il pallone?
I colpi di testa giocando a pallone non sono controindicati in assoluto: è il giocatore che deve rendersi conto se gli danno fastidio oppure no.
E’ vero che devo praticare solo nuoto a dorso?
No. L’unico stile che provoca forti tensioni del collo all’indietro è lo stile farfalla. Il nuoto stile libero e il nuoto a rana si possono tranquillamente praticare, a patto di adottare una postura corretta che eviti tensioni del collo all’indietro; la postura corretta può essere imparata con l’aiuto di un istruttore qualificato.
Ci sono delle alternative al nuoto a dorso, per rinforzare i muscoli delle spalle senza irrigidirli?
Certo. In particolare le attività in palestra, sotto la guida di un istruttore qualificato.
Si possono fare i tuffi?
Se i tuffi si fanno da altezze moderate e sono inseriti nel corso introduttivo al nuoto, si possono fare. Meno raccomandati i tuffi praticati da grandi altezze (indicativo che per la pratica dei tuffi in piscina venga richiesto un elettroencefalogramma).
Si può fare sollevamento di pesi leggeri?
Sì, i pesi leggeri si possono sollevare se si evitano la manovra di Valsalva e i carichi assiali sul rachide cervicale.
Si può giocare a padel?
Sì. Vale quanto detto a proposito del calcio e del basket.
Si può andare in moto?
Sì se non dà fastidio. E’ invece sconsigliato il motocross perché provoca sollecitazioni ripetute alla colonna.
Si può andare in bicicletta?
Sì se si adotta una postura corretta che eviti tensioni del collo all’indietro. E’ invece sconsigliato il downhill perché provoca sollecitazioni ripetute alla colonna.
Sono importanti le scarpe che si usano durante la pratica sportiva?
Certo. Una scarpa ben ammortizzata è fondamentale. Occorre usare le scarpe più adatte a ogni tipo di sport e cambiarle spesso.
Si può praticare sport a livello agonistico?
Lo sport agonistico non è più pericoloso di quello praticato in modo amatoriale, in quanto chi è più preparato pratica lo sport in modo più corretto e più sicuro. Ci sono però problemi medico-legali e assicurativi.
Si può andare sul go-kart, sulle giostre del luna park?
Non si tratta di sport ma sono attività non indicate perché comportano brusche accelerazioni e contraccolpi alla colonna. Naturalmente se si prova una volta non succede niente, ma fanno male se si praticano abitualmente (stesso discorso del motocross o del downhill).
E’ controindicato utilizzare il caschetto per il baseball o la scherma?
No, anzi, il caschetto aiuta a proteggere la testa, e si può usare anche se chi pratica lo sport è stato operato di decompressione, in quanto non comprime la fossa posteriore. Anche in questo caso, tutto dipende dal comfort di chi lo indossa: a qualcuno può dare fastidio, come accade anche indossando il casco per il motorino.
Quali sono le precauzioni da adottare con la siringomielia? C’è differenza fra chi ha la siringomielia cervicale e quella dorsale?
C’è certamente differenza fra la siringomielia cervicale e quella dorsale, perché quella cervicale causata da traumi o da Chiari in genere è larga e richiede cautele, mentre quella dorsale ne richiede meno.
CHI AVESSE ANCORA DELLE DOMANDE, può inviarcele all’indirizzo segreteria@aismac.org e le gireremo ai relatori del webinar.
SE VOLETE MANDARCI LA VOSTRA TESTIMONIANZA sullo sport o sull’attività fisica in genere, la pubblicheremo nella rubrica “Noi e lo sport” e sarà utile a tutti!