AISMAC a Roma alla presentazione del Piano Nazionale Malattie Rare

Il 18 dicembre è stata presentata la bozza del Piano Nazionale Malattie Rare che, in base alla Raccomandazione 2009/c – 151/02 della Commissione Europea, dovrà essere presentato entro il 2013.

Ecco la relazione del nostro consigliere Orfeo Mazzella:

Oggi, 18 dicembre 2012, Aismac ha preso parte, a Roma, presso l’auditorium del Ministero della Salute, alla seduta di presentazione della bozza del Piano nazionale malattie rare. L’intensa partecipazione delle associazioni di pazienti – la sala era gremita – ha confermato l’importanza della manifestazione che nasce dall’esigenza di dare unitarietà all’insieme delle azioni intraprese nel nostro Paese nel settore delle malattie rare (MR), da parte del Ministero della salute, dell’Istituto superiore di sanità, delle Regioni e delle aziende del Servizio sanitario nazionale, ma soprattutto per rispondere alla necessità sempre più impellente di condividere, con tutti gli attori del sistema, una strategia nazionale di pianificazione delle attività. Per un approfondito esame della bozza del Piano si rimanda al documento al link www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_3296_listaFile_itemName_0_file.pdf

La bozza del Piano è stata sottoposta a consultazione pubblica: i soggetti interessati (Associazioni di malati, Strutture della Rete nazionale e Società scientifiche) sono invitati a inviare (entro e non oltre il 4 febbraio 2013) suggerimenti utili a migliorare il documento o a chiarire aspetti specifici (consulta la pagina dedicata al Piano nazionale malattie rare con le informazioni sul Piano e sulle modalità di invio dei commenti).
Sebbene il Ministro Balduzzi (attraverso un suo rappresentante) ha ricordato che, una volta definito, al Piano saranno correlate “importanti risorse finanziarie incluse tra gli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale nell’ambito del riparto del Fondo sanitario nazionale 2012: 20 milioni vincolati per le malattie rare e 15 milioni per la rete dei tumori rari”, Aismac ha sottolineato che tali risorse non sono nient’altro che le risorse annualmente predisposte per il sostentamento delle progettualità avviate dalle Regioni per la realizzazioni degli obiettivi predisposti dal D.M 279/01, ovvero la creazione delle Rete dei Presidi e i relativi Piani terapeutici ed assistenziali.

Inoltre dalla rappresentazione del Piano emerge la sempre viva criticità dell’assenza di un meccanismo di aggiornamento delle malattie rare in grado di soddisfare i pazienti affetti da malattie rare non ancora riconosciute in appositi elenchi ministeriali. In sostanza l’aggiornamento dell’elenco delle malattie rare, atteso da un decennio, resta un provvedimento sub iudice del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Una nota positiva del Piano è senza dubbio la ricezione di un impegno a creare anche in Italia Centri di “expertise” al fine di favorire lo scambio di informazioni e di dati, di campioni biologici, di immagini radiologiche e altri elementi diagnostici, anziché movimentare i pazienti. Inoltre i Centri di “expertise” per le MR saranno individuati dagli Stati Membri quali strutture “esperte” per la diagnosi e cura di pazienti con MR, cioè potrebbe contribuire ad una competizione che elevi la qualità dei servizi.

Un importante successo potrebbe essere anche l’applicazione delle linee guida per l’assistenza transfrontaliera. A tale riguardo si è precisato che l’eventuale autorizzazione alle cure in uno stato membro può essere negata quando vi sia il rischio di scarsa sicurezza per il paziente, quando vi siano ragionevoli dubbi in merito al rispetto degli standard di qualità e sicurezza e all’aderenza a linee- guida validate.

Il Piano conferma e recepisce che le attività, i servizi e le prestazioni destinate alle persone affette dalle MR sono parte integrante dei “Livelli Essenziali di Assistenza” (LEA) che il SSN è tenuto a garantire ai propri assistiti, in relazione alle condizioni cliniche individuali e per tutte le patologie. (Attenzione, sempre tutte le patologie presenti negli elenchi ministeriali!). I LEA sono forniti a tutti i cittadini attraverso i sistemi regionali, nel rispetto dei criteri di efficacia, qualità ed appropriatezza delle cure, nonché dei principi etici di equità, universalità di accesso e solidarietà . Ovviamente, Aismac, questo lo ha ribadito con il suo intervento, trasferisce, inevitabilmente, alle Regioni eventuali integrazioni ai LEA nazionali per l’adeguamento qualitativo dei servizi al malato raro. E ciò, sebbene costituisca motivo di “competizione” tra le Regioni, di fatto si trasforma in un meccanismo di diseguaglianza nella distribuzione dei servizi sanitari e assistenziali ai malati rari.

Un altro punto che potrebbe avere importanti ricadute anche per i nostri piccoli pazienti affetti da Siringomielia e/o da Malformazione di Chiari è che si è affermato il principio secondo il quale nel caso delle MR ad esordio durante l’età pediatrica deve essere gestita con la massima attenzione la fase di transizione, in modo da assicurare la continuità assistenziale tra una fase all’altra della vita del paziente. A tale proposito Aismac ha preso accordi con la Direttrice del Centro Malattie rare dell’Istituto superiore di Sanità, Dott.ssa Domenica Taruscio per la realizzazione nel 2013, in Campania, di un incontro sul tema della transizione all’età adulta anche dei piccoli pazienti affetti da Malformazione di Chiari.